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Necropoli di Pantalica: un viaggio tra storia millenaria e natura selvaggia

Tra le gole selvagge degli Iblei, tra il fiume Anapo e il torrente Calcinara, si nasconde un luogo che racconta oltre tremila anni di storia: la necropoli di Pantalica. Con più di cinquemila tombe scavate nella roccia, questo sito archeologico è una delle testimonianze più affascinanti della civiltà sicula e dal 2005 è parte del Patrimonio UNESCO, insieme alla città di Siracusa.


Visitare la necropoli significa immergersi in un paesaggio unico, dove l’archeologia dialoga con la natura: canyon profondi, pareti di calcare punteggiate di sepolture rupestri, sentieri che attraversano boschi e corsi d’acqua. Non è solo un sito storico, ma anche un’esperienza di viaggio che unisce scoperta culturale ed escursione all’aria aperta.


La Necropoli di Pantalica
La Necropoli di Pantalica - Foto: Pietro Columba, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 2.0

Dove si trova la Necropoli di Pantalica


La necropoli di Pantalica si trova in Sicilia sud-orientale, tra i comuni di Ferla e Sortino, nella provincia di Siracusa. È incastonata nel cuore dei canyon iblei, un paesaggio modellato nel tempo dall’erosione del fiume Anapo e del torrente Calcinara.


Il sito archeologico si estende su un altopiano calcareo che domina gole profonde e panorami spettacolari. Questa posizione, isolata e difficile da raggiungere, ha garantito per secoli la conservazione delle tombe rupestri e delle tracce della civiltà che abitò la zona tra l’età del bronzo e quella del ferro.


Oggi Pantalica è parte integrante della Riserva Naturale Orientata Valle dell’Anapo, un’area protetta che unisce valore archeologico e ricchezza naturalistica. Chi arriva qui non trova soltanto un importante sito storico, ma anche uno dei paesaggi più suggestivi della Sicilia orientale, ideale per chi ama camminare e scoprire luoghi autentici lontani dai circuiti turistici più battuti.


Storia e origini della Necropoli di Pantalica


La necropoli rupestre di Pantalica rappresenta uno dei complessi funerari più importanti della Sicilia antica. Le sue origini risalgono al XIII secolo a.C., quando le popolazioni sicule iniziarono a scavare migliaia di tombe a camera nelle pareti di roccia calcarea. Questo luogo divenne così il principale centro della regione tra l’età del bronzo e quella del ferro, in un periodo che precede la colonizzazione greca dell’isola.


Le fasi di insediamento dal XIII al VII secolo a.C.


Gli studiosi hanno identificato diverse fasi storiche. Le prime tombe appartengono al cosiddetto “periodo di Pantalica Nord” (XIII–XI secolo a.C.), caratterizzato da tombe a forno con accessi circolari. Segue la fase di “Pantalica Sud” (XI–IX secolo a.C.), quando le sepolture diventano più numerose e articolate. Infine, tra l’VIII e il VII secolo a.C., l’area comincia a perdere importanza a favore delle nascenti colonie greche sulla costa.


L’Anaktoron o “Palazzo del Principe”


Tra le testimonianze più affascinanti spicca l’Anaktoron, noto come “Palazzo del Principe”. Si tratta di una struttura megalitica costruita con grandi blocchi di pietra, che rivela influenze dell’architettura micenea. Probabilmente era la residenza di un capo locale o un edificio di potere, riutilizzato poi in epoca bizantina. Questo monumento, insieme alle migliaia di tombe rupestri, racconta la centralità di Pantalica nella storia antica della Sicilia.


Le tombe rupestri di Pantalica


Il cuore della necropoli di Pantalica è costituito dalle sue migliaia di tombe rupestri, scavate direttamente nelle pareti di roccia che circondano l’altopiano. Si calcola che siano oltre 5.000, distribuite in diversi nuclei funerari come Pantalica Nord, Pantalica Sud, la Valle del Fiume Anapo e la Valle del Calcinara.


Le sepolture hanno forme semplici, per lo più piccole camere a pianta circolare o quadrata, chiuse da lastroni di pietra. Venivano utilizzate per l’inumazione collettiva, segno di una società organizzata che attribuiva grande importanza al culto dei morti. Alcune tombe conservano ancora tracce di corredi funerari, come ceramiche e oggetti in bronzo, che hanno permesso agli archeologi di ricostruire usi e tradizioni delle popolazioni sicule.


Ciò che colpisce oggi i visitatori è l’impatto visivo: le pareti calcaree appaiono come enormi alveari di pietra, punteggiati da ingressi scavati con precisione millenni fa. Un paesaggio che unisce suggestione naturale e memoria storica, rendendo Pantalica un luogo unico nel Mediterraneo.


Necropoli Rupestre di Pantalica
Necropoli Rupestre di Pantalica - Foto: Carlo Columba, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 2.0

La Necropoli di Pantalica e il riconoscimento UNESCO


Dal 2005 la necropoli di Pantalica è entrata ufficialmente nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al centro storico di Siracusa. L’iscrizione riconosce il valore universale del complesso funerario e la sua capacità di testimoniare una fase cruciale della storia mediterranea, prima dell’arrivo dei Greci.


Il sito è stato inserito sulla base di due criteri: la sua eccezionale importanza archeologica, con migliaia di tombe rupestri che raccontano le pratiche funerarie di una civiltà antichissima, e il legame armonioso tra ambiente naturale e opera dell’uomo. A Pantalica, infatti, le tracce della vita e della morte si fondono con il paesaggio dei canyon iblei, creando un unicum che unisce archeologia e natura.

Essere parte del Patrimonio UNESCO significa anche tutela e valorizzazione: negli ultimi anni sono stati avviati progetti per rendere il sito più accessibile, garantendo al tempo stesso la conservazione di un patrimonio fragile e prezioso.


Visitare la Necropoli di Pantalica: percorsi e consigli pratici


Visitare la necropoli di Pantalica non significa solo scoprire un sito archeologico, ma vivere un’esperienza che unisce natura e storia. L’area è inserita nella Riserva Naturale Orientata Valle dell’Anapo, un contesto che permette di esplorare canyon spettacolari, corsi d’acqua e vegetazione mediterranea mentre si ammirano le antiche tombe rupestri.


Sentieri ed escursioni tra archeologia e natura


La riserva è attraversata da diversi sentieri escursionistici che consentono di raggiungere i principali nuclei funerari e l’Anaktoron, il cosiddetto Palazzo del Principe. Tra i percorsi più conosciuti ci sono:


  • Accesso da Sortino: ideale per chi vuole avvicinarsi all’Anaktoron e osservare dall’alto le necropoli scavate nella roccia.

  • Accesso da Ferla (Valle dell’Anapo): percorso immerso nella natura, che segue il tracciato di una vecchia ferrovia e costeggia il fiume. Perfetto per chi desidera un’escursione più panoramica.

  • Valle del Calcinara: itinerario più selvaggio, che permette di ammirare gole profonde e tratti ricchi di vegetazione, con scorci spettacolari sulle pareti punteggiate di tombe.


La maggior parte dei sentieri è ben segnalata, ma si consiglia di indossare scarpe da trekking, portare acqua e organizzare la visita con calma: l’area è vasta e i dislivelli possono risultare impegnativi.


Quando visitare e informazioni utili


Il periodo migliore per visitare la necropoli di Pantalica è la primavera e l’autunno, quando le temperature sono miti e la natura regala scenari particolarmente suggestivi. In estate il caldo può essere intenso, soprattutto lungo i tratti esposti al sole, mentre in inverno alcuni percorsi possono risultare scivolosi.


L’ingresso alla riserva è gratuito e i principali accessi si trovano presso i comuni di Sortino e Ferla. Non essendoci servizi interni al sito, è bene partire attrezzati: acqua, cibo leggero e abbigliamento adatto. Per chi desidera approfondire la parte storica e archeologica, è possibile affidarsi a visite guidate organizzate, disponibili nei principali centri vicini.


Come arrivare alla Necropoli di Pantalica da Siracusa


Chi soggiorna all’Hotel Algilà (scopri le nostre offerte!) si trova in una posizione ideale per organizzare una visita alla necropoli di Pantalica


Dal centro di Ortigia, infatti, si raggiunge il sito in circa un’ora di auto (50 km circa). Il percorso più semplice segue la SS124 passando per Floridia e Solarino, con possibilità di scegliere due ingressi principali:


  • Sortino, che conduce alla parte alta del sito e permette di raggiungere l’Anaktoron e le necropoli settentrionali.

  • Ferla, che porta alla Valle dell’Anapo, lungo il suggestivo tracciato della vecchia ferrovia immerso nella natura.


In entrambe le zone sono disponibili parcheggi non custoditi nei pressi degli accessi ai sentieri.


Chi preferisce i mezzi pubblici può utilizzare gli autobus extraurbani da Siracusa verso Sortino o Ferla, ma le corse sono poco frequenti e non sempre compatibili con i tempi di visita. Per questo motivo l’auto resta la soluzione più comoda, sia noleggiata direttamente a Siracusa sia con un transfer privato.

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